mercoledì 26 marzo 2008

È estate, Mapang! (4)

Dalla galleria che collegava l’entrata al marciapiede direzione Giroaltro, tappezzata di manifesti con un Babbo Natale in bermuda hawaiani su una spiaggia tropicale, veniva una musica che a Mapang ricordava qualcosa, ma era talmente sbagliata che non riusciva a tornargli in mente. Intendiamoci, era quasi perfetta, ma forse proprio per questo il suo cervello si rifiutava di classificarla. Quando arrivò a metà galleria, vide che era un gruppo di grotteschi neopunk, impeccabili come la musica che suonavano, nel senso che avevano tutto al posto giusto: spille, sporcizia, anfibi e lattine di birra sparse intorno. Ma come tante imitazioni erano così teatrali che ti veniva da vomitare solo a vederli. E stavano massacrando Rock the Casbah (adesso l’aveva riconosciuta) con un’esecuzione perfettina perfettina: «Più cuore e meno mestiere, teste di cazzo!» gridò confidando nel frastuono delle chitarre elettriche perfettamente distorte. L’insulto cascò proprio sui 2,5 secondi del controtempo prima del ritornello: nella versione registrata (o anche dal vivo, se è per questo) quei secondi sono abbondantemente coperti dal rullo della batteria. Ma, disgraziatamente per Mapang, i neopunk della metro direzione Giroaltro non avevano la batteria, e il suo «teste di cazzo!» rimbombò sotto la volta della galleria come una cupa condanna a morte.
Essendo perfette imitazioni, i neopunk fecero precisamente quello che ci si sarebbe aspettato da loro: cioè la faccia brutta, e cominciarono a inseguire Mapang per le gallerie della metro, dove i manifesti demenziali con Babbo Natale surfista erano stati sostituiti con la pubblicità del concerto di Mezz'estate in piazza del Duomo.
A loro volta i neopunk erano inseguiti dallo strano tipo vestito di nero che inseguiva Mapang.
Ma dietro il tipo nero cominciò a correre qualcun altro.

(fine della quarta puntata)

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